Durante il corso della vita il seno delle donne si modifica: nell’età fertile prevale la componente ghiandolare, mentre dopo la menopausa questa viene gradualmente sostituita da tessuto grasso.
L’autoesame del seno è il primo strumento di prevenzione del tumore al seno. Si tratta di un test di autovalutazione, semplice da apprendere e da eseguire.
E’ fondamentale che ogni donna imparari a conoscere il proprio corpo per individuare eventuali cambiamenti e rivolgersi allo specialista in caso di segnali insoliti.
Quando effettuare l’autoesame del seno?
L’autoesame deve essere eseguito a partire dei 20 anni di età, una volta al mese e richiede circa 15 minuti.
- In età fertile: una settimana dopo la fine del ciclo, poiché questa è la fase in cui il seno è meno dolente e turgido
- In gravidanza o in menopausa: il momento in cui eseguirlo è indifferente.
Come effettuare l’autoesame del seno?
L’autoesame si compone di due fasi: l’osservazione e l’autopalpazione.
FASE 1: OSSERVAZIONE
La fase di osservazione serve a verificare che non vi siano cambiamenti nella simmetria, nella forma e nelle dimensioni dei seni, sia di fronte che di lato, o alterazioni cutanee e del capezzolo come avvallamenti, ispessimenti o arrossamenti.
E’ bene iniziare prima di tutto con una attenta ispezione del busto davanti allo specchio, osservando le mammelle tenendo:
- le braccia distese lungo i fianchi
- le braccia in alto sopra la testa
- le mani appoggiate sul bacino spingendo forte in modo da contrarre i muscoli del petto.
FASE 2: AUTOPALPAZIONE
In questa fase l’obiettivo è verificare che non siano comparsi noduli nel seno o nella zona ascellare.
Comincia dal seno destro, piega il braccio destro dietro la nuca e comincia a palpare delicatamente la mammella con la mano sinistra e le dita tese, cercando eventuali masse anomale, indurimenti o ispessimenti. Poi stringi delicatamente i capezzoli tra le dita per rilevare possibili fuoriuscite di liquido, siero o sangue. L’operazione va quindi ripetuta sul seno sinistro.
E’ possibile effettuare l’autopalpazione:
– In posizione eretta, ad esempio sotto a doccia poiché eventuali alterazioni risultano meglio percepibili quando la pelle è umida e i tessuti mammari sono rilassati dal calore
– In posizione supina, con un cuscino sotto la spalla, quando il seno si distende ed è più facile palpare in profondità.
Una certa nodosità e irregolarità delle mammelle sono normali vista la natura nodulare del seno, così come il gonfiore e la consistenza molle che si riscontrano immediatamente prima o durante il periodo mestruale.
Esistono 3 schemi di palpazione per esaminare il seno:
- Movimento verticale: partendo dall’ascella, muovi lentamente le dita verso il basso fino ad arrivare sotto la mammella. Muovi leggermente le dita verso il centro e lentamente indietro verso l’alto, finché l’intera superficie della mammella non è stata coperta.
- Movimento circolare: partendo dal margine esterno del seno, muovi le dita lentamente in cerchio. Ruota intorno alla mammella descrivendo cerchi sempre più piccoli, avvicinandoti gradualmente al capezzolo. E’ importante esaminare anche quest’ultimo, poiché 1/3 dei tumori insorge nell’area dietro al capezzolo.
- Movimento per quadranti: partendo dal margine esterno della mammella, muovi le dita verso il capezzolo e poi di nuovo verso l’esterno. Palpa l’intera superficie della mammella, analizzando una piccola sezione a forma di cuneo per volta. Valuta bene tutto il seno, con particolare attenzione al quadrante superiore esterno, dove si sviluppa circa la metà dei tumori al seno.
Cosa fare in caso di anomalie?
Nel caso di noduli o di altre irregolarità, è consigliato rivolgersi al proprio ginecologo o senologo per una visita specialistica, oppure effettuare direttamente l’esame di primo livello tramite l’ecografia mammaria e poi, eventualmente, approfondire l’iter diagnostico seguiti dallo specialista di fiducia.