Dottor Nicola Castaldini, Specialista in Medicina Interna.
Che cosa s’intende del colon irritabile?
La sindrome del colon irritabile è uno dei disturbi funzionali dell’intestino, gruppo di patologie nelle quali l’anatomia è conservata ma è alterato il funzionamento del tratto gastro-enterico: per questo, gli accertamenti diagnostici (ecografia, TAC, RMN, endoscopia) sono solitamente negativi.
Come si riconosce?
Il cardine della diagnosi è il fastidio/dolore addominale. Secondo le linee guida, si può parlare di sindrome dell’intestino irritabile se il dolore o fastidio addominale è presente per almeno tre giorni al mese negli ultimi tre mesi e se presenta due delle seguenti caratteristiche: è alleviato dalla defecazione, insorge insieme ad un aumento o a una diminuzione delle evacuazioni e/o insorge insieme ad un cambiamento nella consistenza delle feci. Inoltre, la presenza di una o più delle condizioni sotto riportate, può essere indicativa per la diagnosi:
- Meno di 3 evacuazioni settimanali
- Più di 3 evacuazioni giornaliere
- Feci dure e caprine
- Feci molli o liquide
- Sforzo durante l’evacuazione
- Stimolo a defecare
- Sensazione di svuotamento intestinale incompleto
- Presenza di muco nelle feci
- Tensione o distensione addominale
La sindrome da colon irritabile è cronica: è tipico avere periodi di riacutizzazione e di assenza di sintomi. La patologia non incide sulla durata della vita, ma “solo” sulla sua qualità.
Che alimentazione bisogna seguire?
Alcuni alimenti sembrano influenzare i sintomi di tale patologia, sia in senso protettivo che peggiorativo. In generale, nel lungo periodo e per prevenire (o ridurre le probabilità di riacutizzazioni) occorre seguire una dieta equilibrata, ricca di fibre solubili (verdura, frutta e cereali integrali), povera di grassi animali, con il giusto apporto proteico preferibilmente vegetale. Gli alimenti da evitare o limitare fortemente sono:
- Bibite gassate (anche l’acqua gassata), zuccherate e superalcolici;
- Sorbitolo, mannitolo e dolcificanti (gomme da masticare, confetteria, caramelle senza zucchero);
- Condimenti grassi come lardo, burro o margarina e salse come maionese, ketchup, senape, ecc.;
- Preparazioni e cotture elaborate come intingoli, fritture, stufati, stracotti;
- Insaccati (ad eccezione del prosciutto crudo), brodo di carne e dadi per brodo;
- Dolci come torte, pasticcini, panna, gelati, marmellate, ecc.;
- Sedano, carota, cipolla, finocchio, radicchio;
- Pesche, pere, prugne, ciliegie, albicocche, banane, cachi, uva, fichi.
Gli alimenti che invece possono essere consumati con moderazione sono:
- Caffè, tè;
- Peperoncino, pepe e spezie piccanti;
- Legumi (meglio se passati al passaverdura, specie per chi non abituato), crucifere (cavoli, cavolfiori, broccoli), patate e melanzane;
- Latte e latticini, specie in caso di sospetta intolleranza al lattosio;
- Cereali integrali e farinacei integrali.
Infine, tra gli alimenti consigliati troviamo:
- Pane, pasta, riso e cracker, meglio se semi integrali o di grano duro, non ottenuti da farina raffinata, compresi segale, orzo, avena;
- Verdure, meglio se crude, tra cui insalata, bieta, cicoria, pomodoro, carote, asparagi, rispettando la stagionalità e scegliendo, se possibile, produttori locali. Una valida alternativa alla verdura fresca è quella surgelata, che conserva quasi immutate le proprietà nutrizionali del prodotto, rendendolo più semplice da cucinare;
- Frutta, anche con la buccia (ricca di inulina, prebiotico per i batteri “buoni” dell’intestino), sempre di stagione e frutta secca (noci, mandorle, nocciole non salate);
- Pesce, anche surgelato, 2-3 volte a settimana privilegiando il pesce azzurro (sardine, sarde, acciughe, sgombro, pesce spatola, ecc.), pescato e non allevato, di piccola taglia
- Carne 1-2 volte a settimana: manzo, vitello, vitellone, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale, cavallo, scelte nelle parti più magre e private del grasso visibile;
- Grana Padano o Parmigiano Reggiano;
- 2 uova alla settimana, meglio se provenienti da galline allevate a terra;
- Bere acqua (2L per le donne e 2,5L per gli uomini) regolarmente nel corso della giornata e ad inizio pasto.
Colon irritabile: cosa fare in caso di riacutizzazione?
In caso di riacutizzazioni di dolore addominale e/o variazioni delle feci (per frequenza e/o consistenza), si consiglia di modificare la dieta:
- Seguire una dieta semi liquida;
- Limitare le verdure a foglia larga;
- Eliminare latticini e brodi;
- Consumare dieta astringente con riso bollito e condito con olio;
- Consultare il proprio medico di medicina generale o lo specialista di fiducia.
E per quanto riguarda l’attività fisica?
Secondo le linee guida mondiali è consigliato svolgere regolarmente attività fisica, per 150 minuti a settimana di intensità lieve-moderata. Alcuni esempi di attività sono: camminata, ballo, giardinaggio, yoga, bicicletta, pattinaggio, pallavolo, golf, tennis. Ovviamente, chi non possiede un fisico allenato dovrà prima eseguire un controllo della sua salute vascolare sottoponendosi a specifici accertamenti, dopodiché potrà iniziare in maniera graduale l’attività fisica con cyclette o il tapis-roulant.