Dott. Eugenio Detotto, Specialista in Tisiologia e Malattie dell’Apparato Respiratorio
Cos’è la BPCO?
La BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva), comunemente chiamata “bronchite” è una malattia dell’apparato respiratorio caratterizzata da una condizione di ostruzione bronchiale e infiammazione della mucosa bronchiale di tipo cronico a sviluppo progressivamente evolutivo.
Attualmente è la 3° causa di morte a livello mondiale. Oltre 3 milioni di persone sono decedute nel mondo per la BPCO nel 2012, rappresentando complessivamente il 6% di tutti i decessi.
Quali sono i sintomi della bronchite?
La BPCO è una comune malattia, prevenibile e trattabile, caratterizzata da persistenti sintomi respiratori. Il più importante è la dispnea (la difficoltà a respirare), altri sintomi respiratori comprendono la tosse e/o la produzione di espettorato (catarro).
Molto spesso questi sintomi sono sottostimati dal paziente, il quale solitamente e’ un fumatore e pertanto “attribuisce la colpa alla sigaretta”, autodiagnosticandosi una “tosse da fumo”. Il fumo di tabacco è infatti il fattore di rischio più comune per la BPCO. Tuttavia anche i non fumatori possono sviluppare questa malattia.
Quali sono le cause principali della bronchite?
L’inquinamento exdoor che è determinato in primis dall’inquinamento atmosferico, unitamente ai prodotti della combustione dei motori a scoppio dei veicoli che circolano in città. Si consideri anche che i corpuscolati PM 2.5 (prodotti dai freni delle auto) superano la barriera alveolo capillare e possono raggiungere qualsiasi distretto organico compreso cuore, cervello e reni, determinando gravi danni d’organo.
Altre concause che favoriscono lo sviluppo della BPCO sono le condizioni climatico ambientali in particolare nebbia e umidità, e purtroppo la Pianura Padana rappresenta uno dei territori non favorevoli in tema di polveri sottili, nebbia e umidità.
L’inquinamento indoor, presente all’interno di mura domestiche, uffici o officine è determinato in parte dall’esposizione a polveri e/o agenti chimici, dalle polveri sottili che possono penetrare dall’esterno (ad esempio quando cambiamo aria alle stanze), e dai VOC, ossia i composti organici volatili, prodotti da diverse classi di sostanze chimiche e materiali con cui siamo in contatto abitualmente.
Non dimentichiamo i materiali utilizzati per la costruzione e l’arredamento così come i prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, i prodotti antiparassitari, le colle, gli adesivi, i solventi, etc.
La BPCO si sviluppa poi con l’invecchiamento, e si è visto che il genere femminile ha una maggiore predisposizione ad ammalarsi. Anche i pazienti asmatici, soprattutto se fumatori, sono più predisposti ad ammalarsi.
Come si diagnostica la BPCO?
La diagnosi clinica di BPCO dovrebbe essere presa in considerazione in tutti i pazienti che presentano dispnea (fatica a respirare), tosse cronica o espettorazione, e soprattutto nei pazienti con età > 40 anni che fumano o hanno fumato in passato.
Per avere una diagnosi certa di BPCO è tuttavia indispensabile un esame strumentale semplice e non invasivo denominato Spirometria. Solitamente il medico che se ne occupa è lo Pneumologo.
I pazienti con BPCO presentano spesso malattie croniche concomitanti quali diabete, sindrome metabolica, osteoporosi, depressione, ansia e talora neoplasia polmonare.
Si è spesso verificato che problematiche cardiache siano correlate a problematiche polmonari e che curando correttamente il polmone, si curi anche il cuore e viceversa.
Come si cura la BPCO?
Dal punto di vista terapeutico, il primo consiglio è quello di smettere di fumare.
Esiste poi la terapia farmacologica, molto utile per ridurre i sintomi della BPCO, la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni e a migliorare lo stato di salute nonchè la tolleranza allo sforzo.
Ogni regime di trattamento farmacologico deve essere personalizzato e scelto in modo opportuno dal medico.
Fortunatamente oggi sono a disposizione del Medico di Medicina Generale e dello Pneumologo un’ampia gamma di farmaci per la cura della BPCO, con schemi terapeutici diversi a seconda della gravità della malattia. Di fondamentale importanza è però il fatto che il paziente continui a fare la terapia che gli viene prescritta in modo continuativo, con l’obiettivo di ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni (tosse, catarro, febbre che necessitano di un trattamento anche con antibiotici e cortisonici per via sistemica).
Per ridurre le riacutizzazioni è necessario ricorrere alle vaccinazioni sia quella antipneumococcica sia quella antinfluenzale.
Nelle forme più gravi, si può rendere necessario l’ossigenoterapia domiciliare e/o la ventilazione meccanica non invasiva a domicilio.